Federico Zeri
Pasolini secondo me |
Pasolini era un uomo bifronte: da una
parte era affascinante, aveva una voce incredibilmente bella, la voce più
bella che abbia mai sentito, la voce di un angelo; dall'altra, accanto a
questa voce c'erano dei particolari repellenti, le mani per esempio, fredde,
sudate, non so, mi faceva una grande impressione toccarle, poi aveva l'aspetto,
io l'ho detto altre volte, di una bellissima statua greca in bronzo caduta
da un autotreno, sull'autostrada e ammaccata, aveva qualche cosa di ammaccato,
di rovinato, però era un personaggio incredibilmente... unico, io lo considererei.
Io lo avvicino molto alla figura di Caravaggio, anche per la fine. Secondo
me c'è una forte affinità fra la fine di Pasolini e la fine di Caravaggio,
perché in tutt'e due mi sembra che questa fine sia stata inventata, sceneggiata,
diretta e interpretata da loro stessi.
[...]
Pasolini ha avuto una sorta di folgorazione, dalla pittura antica, e quando
ha approfondito questa sua, diciamo, curiosità ha trovato che la pittura
antica può fornire una quantità enorme di spunti tipologici, formali, che
lui ha tutti reinterpretati. Ha guardato poi in modo particolare Rosso e
Pontormo perché erano pittori dei quali avvertiva la sostanza agitata tipica
di un periodo di crisi, di transmutazione. Ha avvertito soprattutto in Pontormo
il dramma interno dell'artista solitario, incompreso, omosessuale e in Rosso
ha capito, non so però fino a quale punto, il profondo divario fra le cose
che dipingeva e quelle in cui credeva. Secondo me Rosso è un pittore blasfemo,
un pittore non dico ateo, ma per lo meno molto scettico, che prende in giro
anche le cose più sacre della pittura. Io me ne sono accorto quando ho visto
l'Ecce Homo, cioè il Cristo morto con gli angeli, oggi nel Museo
di Boston.
[...]
Quella che fosse la religiosità di Pasolini non l'ho mai capita bene. Debbo
dire che Pasolini, a mio avviso, era profondamente cattolico, nel suo intimo;
era formato dall'Italia cattolica, quindi aveva un forte senso del peccato,
un forte senso della redenzione, un forte senso della liberazione dal peccato
e dal senso di colpa. Questo secondo me era Pasolini. Io quando l'ho conosciuto,
l'ho incontrato più di una volta e ho avuto sempre l'impressione di una
persona profondamente toccata dal senso di colpa, agitata, quasi tormentata,
lacerata, ecco il vero termine che si addice a Pasolini, lacerata, una persona
che voleva essere punita. Poi anche il culto della mamma, che era molto
profondo in Pasolini, tant'è vero che la madre addirittura mi sembra appaia
come Madonna in un film che è Il Vangelo secondo Matteo.
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L I N K